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Wednesday, 11 June 2025

"I don’t just sit there and worry about it."

 先日見たトム・クルーズのインタビュー。言っていることがあまりにも響いたのでメモをしておいた。

You just have to write down your dream and the write down a list of how do you accomplish that.

 What I need to learn to be able to accomplish those goals?

And that’s what I do.

I don’t just sit there and worry about it.

I just start doing it.

And don’t be so worried if you’re afraid.

It’s like ‘okay I feel it’.

‘That’s fine’.

Just keep working through it.

Really the fear you feel is the unknown.

It’s what you don’t know and just kind of recognise that.

It’s okay not to know and work towards a knowingness of things.

And the only way to do it is not to be in your head on it but just start looking go out and start doing it one step at a time.

When I’m training people or I’m training myself, I’m always thinking I’m gonna learn how to crawl before I walk, walk before I jog, jog before I run, run before I sprint and then I sprint out of a plane or off a cliff, before I do that.


自分の夢を書き出して、それをどうやって実現するかのリストを作るだけでいいんだ。

「その目標を達成するには何を学ぶ必要があるのか?」

それを考える。そして、それを実行する。

ただ座って心配しているだけじゃなくて、

とにかく始めてみるんだ。

怖くても、あまり心配しすぎないで。

「怖いな」と感じたら、「ああ、そうだね、それでいいんだ」と受け止めて、

それでも前に進み続ける。

本当に感じている恐れって、「知らないこと」に対するものなんだ。

自分が知らないことへの不安。まずはそれを自覚すること。

知らなくても大丈夫。大切なのは、少しずつ「知ること」に向かって努力すること。

そのためには、頭の中で考えすぎないで、

とにかく一歩一歩、外に出てやってみること。

誰かをトレーニングしているときも、自分自身を鍛えているときも、

いつもこう考えている。

歩く前に這うことを学ぶ。ジョギングする前に歩くことを。走る前にジョギングすることを。全力疾走する前に走ることを。そして、飛行機から飛び降りたり、崖から飛ぶ前に全力で走れるようになる。

Saturday, 8 August 2020

『一人称単数』

 村上春樹の「一人称単数」を読んだ。と言ってもそのなかの3話はThe New Yorkerに掲載されていたのですでに英語で読んでいた。なのできょうはそれ以外の話をいっきに読んでしまった。一番気に入ったのは最後の書き下ろし作品「一人称単数」ですかね。「らしさ」満載であるうえにクラシックで、スピード感があり、情景がありありと目に浮かんで楽しかった。これぞ村上さんと思った。

読み直したい部分は以下:

私のこれまでの人生には–たいていの人生がおそらくそうであるように–いくつかの大事な分岐点があった。右と左、どちらにでも行くことができた。そして私はそのたびに右を選んだり、左を選んだりした(一方を選ぶ明白な理由が存在した時もあるが、そんなものは見当たらなかったことの方がむしろ多かったかもしれない。そしてまた常に私自身がその選択を行なってきたわけでもない。向こうが私を選択することだって何度かあった)。そして私は今ここにいる。ここにこうして、一人称単数の私として実在する。もしひとつでも違う方向を選んでいたら、この私はたぶんここにいなかったはずだ。でもこの鏡に映っているのはいったい誰なのだろう?


あとは「ヤクルトスワローズ詩集」。ここから気に入ってメモした部分が以下:

そう、人生は勝つことより負けることの方が数多いのだ。そして人生の本当の知恵は「どのように相手に勝つか」とりはむしろ、「どのようにうまく負けるか」というところから育っていく。

こういうのを例えば10代、いや20代で読んでもピンとこなかったかもしれないなあ。あと気に入ったのは、ビールの売り子とのやりとり:

「すみません。あの、これ黒ビールなんですが。」

「謝ることはないよ、ぜんぜん。だって黒ビールが来るのをずっと待っていたんだから。」

ああ、素敵だ。死ぬまで新作を読み続けていたいなあと思うのだが村上さんは私よりだいぶ先に生まれているから先になくなるに違いないんだよなあ。なんてことを、読むたびに考えてしまう。


村上作品が出るたびにたくさん分析して批評して、たくさん対談とか執筆とかする人たちがいるんだけど、私はそういうのはどうでも良いと思っている。私が読んでいるときに私が楽しければそれでいい。「作者の言いたいこと」みたいなのが昔から好きではない。その比喩や表現に裏も面もない。なぜ分析しなければいけないのか。面白ければそれでいいではないか。読むことに対して自由になれた、あるいは本当に読みたいものを読めるようになってきたのは、いわゆる「現代文」とか「国語」とかを終えてからかもしれない。感想文も親や先生に言われて書いてはいたものの、周りからの評価を受けるために、あるいは宿題だから書いていただけだ。好きだったかというとちっとも好きではなかった。

そう考えると学校教育ってなんだろうな。



Thursday, 12 March 2009

Quello che gli uomini non dicono

Ancora dal blog di Valentina Maran:


Quello che gli uomini non dicono.
Mercoledì, 11 Marzo 2009 16:01
Postato da Valentina Maran

Splendidiquarantenni.it ci ha ricambiato il
favore, dopo avermi chiesto di scrivere “quello che le donne non dicono”, ha
redatto questa lista molto interessante (che vi ripropongo paro paro, con
qualche commento):

“Gli uomini non dicono quando un abito appena
comprato vi ingrassa di culo o una gonna vi taglia le gambe o quel top vi
schiaccia le tette. Non lo fanno perché l’unica risposta che volete sentire è:
“amore ti sta d’incanto”. La verità spesso ve la svela invano lo specchio, ma
rimettere in discussione la vostra scelta è devastante. Rimarreste scontrose
tutta la sera e certamente si tarderebbe alla cena.

Gli uomini non
dicono che siete ingrassate o che avete la cellulite. Non lo fanno perché gli
piacete lo stesso e perché in fondo non sono difetti irrimediabili.

Gli
uomini non dicono che state invecchiando. Non c’è bisogno di dirlo. Si può
invecchiare bene o male, ma lo scorrere del tempo non dipende dagli esseri di
questa terra. Inoltre, insinuare il tarlo che magari il vostro viso meriterebbe
un ritocchino col bisturi, sarebbe poco carino e presenterebbe costi
incompatibili con la crisi del momento.

Gli uomini non dicono che si
farebbero volentieri un terzo delle vostre amiche. Ho detto un terzo perché
adoro le statistiche per difetto.

Gli uomini non dicono che bramano le
vostre terga. Lo so che è una cruda realtà, ma non c’è uomo onesto che non abbia
desiderato tuffarsi nei vostri preziosi lombi. L’origine di tale pulsione la
lasciamo spiegare al dott. Freiss, esperto di comportamenti sessuali nei
discendenti dei macachi.

Gli uomini non dicono che spesso hanno voglia
di piangere.

Gli uomini non dicono quanto significa affettivamente la
casa in ordine, il bagno pulito, la lavastoviglie scarica e il sesso orale poco
prima di andare al lavoro.

Gli uomini non dicono che adorano ricevere
posta. E complimenti. E rassicurazioni. E sentire oddio quanto ho goduto (e
ditelo, cazzo, ogni tanto!).

Gli uomini non dicono quanta invidia
provano per voi che potete nascondere i segni di una notte insonne con la
cosmesi, senza essere prese per finocchie.
Gli uomini non dicono che al
cinema si commuovono e tocca scappar fuori nel buio dei titoli di coda.

Gli uomini non dicono quanto sono spaventati dalle donne aggressive,
troppo intraprendenti o con disinvolti trascorsi sessuali.
Gli uomini non
dicono quanto si sentono immortali quando fanno dei figli e impotenti quando
questi stanno male.

Gli uomini non dicono quanto gli stanno sulle palle
tutti i vostri amici maschi, perché gli uomini, quando serve a loro, sono tutti
dei maiali.
Gli uomini non dicono quanto splendidi si sentono dopo i
quaranta.
Ah no, questo lo dicono.”
Ecco. Questo il preziosissimo
contributo del nostro splendidiquarantenni.it.
Ma ci sono un paio di domande
che mi viene da fare su atteggiamenti che ritengo abbastanza tipici dei maschi:
perché non ci dite mai la verità quando vi stancate di noi?
Perché
dobbiamo essere sempre noi a troncare le relazioni?
Perché volete sempre
tutte le donne del mondo e non ve ne basta mai una?
Perché è così difficile
farvi dire la verità?
Ancora un grazie a splendidiquarantenni… e ora apriamo
le danze!

Wednesday, 11 March 2009

Quello che le donne non dicono

Dal blog di Valentina Maran


Quello che le donne non dicono.
Domenica, 08 Marzo 2009 13:57 Postato
da Valentina Maran

Visto che è la festa della donna facciamo un regalo
agli uomini: un piccolo decalogo per capirci meglio (soprattutto se si tratta
dell’inizio di una storia)
Le donne non dicono quando hai addosso qualcosa
che a loro non piace.
Ho visto donne sorvolare su improbabili completi color
cammello, su orrendi abbinamenti righe/quadretti, su calze di spugna portate coi
mocassini, in favore della teoria del “dopotutto è fatto così e a me piace” .
Purtroppo col passare del tempo quel “dopotutto” diventerà il disastro che farà
crollare la relazione.
Le donne non dicono quando non hanno un orgasmo.
Spesso lo fingono per non far restare male l’uomo. Non chiedetemi perché. Io
per principio non l’ho fatto mai e ho sempre risposto sinceramente a chi mi
chiedeva “sei venuta?” “No”. Non devo fare favori. Se uno vuole farsi venire i
sensi di colpa non è un problema mio.
Le donne non dicono quando sono
arrabbiate.
E’ un grosso difetto, perché accumulano fino a scoppiare. E
questo vuol dire che hanno già deciso di lasciare un uomo. I segni da cui si può
capire la crisi?
I sospiri- lunghi, soprattutto quando vi hanno chiesto di
fare qualcosa e voi avete detto “dopo”- che per noi equivale a un no.
Attenzione ai messaggi tra le righe tipo “non mi coccoli” o “non mi fai mai
nessuna sorpresa” che vogliono dire semplicemente “coccolami” e “fammi più
sorprese”.
Non è difficile, no?
Le donne non dicono i loro segreti di
bellezza.
Non ammetteranno mai che hanno la mutanda spaiata rispetto al
reggiseno, non ammettono di non aver fatto la ceretta, sorvolano sul fatto che
se non si fossero fatte i baffetti sembrerebbero degli uomini. Loro sono belle
al naturale, anche se quel naturale costa una media di 60 euro al mese
dall’estetista.
Le donne non dicono quanto hanno speso per qualcosa.
Questo è un classico perché mentiamo già a noi stesse. Non abbiamo mai
abbastanza paia di scarpe e di vestiti.
E comunque, anche se ci è costato un
occhio della testa, abbiamo speso pochissimo (consce del fatto che potevamo fare
decisamente peggio)
Le donne non dicono che un uomo ha il pene corto.
Dicono “non importa, l’importante non è la misura ma l’intensità con cui lo
si fa”. Mentono. La misura conta eccome.
Le donne non dicono che hanno
voglia di farsi leccare.
In genere è difficile parlare dei propri desideri
sessuali. Questo è uno dei più semplici, ma anche dei più apprezzati. Ma è
complicato comunicarlo per una serie di convenzioni sociali per cui “se lo dici
sei troia”.

Le donne non dicono che aspettano sempre una telefonata.
Passiamo ore a fissare un telefono che non squilla attendendo che lo
spezzacuori di turno si degni di farsi sentire. E quando finalmente lo fa
facciamo quelle che “oh, ciao, sei tu! Non mi aspettavo che mi chiamassi…”.
E’ tutta una questione d’orgoglio. In realtà passiamo ogni secondo della
vita a chiederci se lui ci starà pensando. (e la risposta è no- ovviamente. Ma
guai a dircelo).
Le donne non dicono a loro stesse la verità.
Siamo
capacissime di trovare scuse per giustificare gli uomini:
giustifichiamo i
ritardi perché probabilmente lui è preso. Giustifichiamo le dimenticanze con
“poverino, è molto occupato”. Giustifichiamo il fatto che non ci stia cercando
con “gli è successo qualcosa”.
In realtà lui sta con un'altra e noi non gli
interessiamo. (anche se poi, quando glielo chiedi, lui giura il contrario).

Dovremmo smettere di giustificare.
Dovremmo anche smettere di non
dire.
Forse dovremmo diventare un po’ più schiette e andare a prenderci
quello che ci piace.
Do’ solo un consiglio ai maschietti che leggono: per
fare felice una donna basta davvero poco.
Un fiore ogni tanto, un’attenzione
in più. Un bigliettino sul tavolo della cucina. Per farci zerbinare basta
davvero il minimo sindacale. Che però voi non fate.
Avete qualche altro
consiglio da dare?
Magari è la volta buona che riusciamo a far avvicinare un
po’ le due metà del cielo.

Wednesday, 11 February 2009

Guerra alla gattamorta

un articolo da seidimoda

http://seidimoda.repubblica.it/dettaglio/guerra-alla-gattamorta/55762?type=ModaArticolo&sub=erosandpsiche

Uomo avvisato...
Guerra alla gattamorta

di Katia Salvaderi


È furba, determinata e ha come unico scopo quello di “catturare” un
maschio che le permetta di fare una vita da sogno. Carla Bruni è un esempio
eccellente di questa tipologia di donna. Ma se voi maschietti non vi
identificate nel modello Sarkozy eccovi le 10 strategie per disinnescarla. E
salvarvi la vita
Donne che combattono per ritagliarsi una identità decorosa
e donne che investono sul loro potere seduttivo, perseguendo come unica ragione
di vita la cattura del maschio. Un gap tra generi femminili che pare
incolmabile: donne vere contro gattemorte. Da un lato del ring si trovano tipe
come Alba Parietti, che qualche giorno fa ribatteva al cafone di turno: “io sarò
puttana, e mi diverto, tu invece non trombi da trent’anni”. Una che parla con
enfasi e ride sguaiatamente, pazienza se non fa bon ton; che ha il coraggio di
dire – prima in Italia – che si è rifatta tutta; che ha sempre raccontato il
dolore delle sue storie d’amore andate male, senza per questo trasformarle in
business malcelato di vittimismo. Ma siccome sappiamo che anche la Alba
nazionale non è del tutto esente da gattamortismo (un paio di relazioni “giuste”
le ha centrate pure lei...), ci tocca guardare ad altri esempi, ahinoi, non
italiani: Madonna, Penelope Cruz, Sharon Stone, donne bellissime che, senza
diventare virago isteriche, hanno saputo costruirsi da sole (o quasi) la propria
fortuna.Sull’altro lato del ring, troviamo la gattamorta per eccellenza: no, non
parliamo di Marina La Rosa "storica" gattamorta del Grande Fratello 1, ma di
Carla Bruni. Che, pur priva di qualsivoglia talento - carina, ma c’è di meglio;
afona, ma cantante; inespressiva, ma attrice – è salita sempre più in alto di
maschio in maschio, adeguando se stessa, il proprio stile e il proprio lavoro al
compagno di turno. Guadagnandoci - prima in lire, poi in franchi e infine in
euro - enormemente. Bene, ora che grazie alle nostre testimonial eccellenti
abbiamo identificato il genere veniamo alle questioni pratiche: come si
riconosce una gattamorta? E come si fa a disinnescarla? La gattamorta è una
mantide religiosa: si muove piano, parla sottovoce e sta a tavola con stile, ma
una volta che ha messo le sgrinfie addosso a un uomo, è rovinato. E va a finire
che i maschi si arroccano su posizioni sempre più difensive. Ma il gattamortismo
fa male anche a noi donne, che ci troviamo rappresentate in una versione
sminuente. Quindi nel desiderio di sconfiggerla è indispensabile l'alleanza tra
uomini e donne. Per questo proponiamo a te uomo cje ci leggi e potenziale
vittima, le dieci strategie sicure per disinnescare la bomba gattamorta e le
semplici mosse per non cascarci più.

1 La preda sei tu.

Non pensare di averla conquistata: sei solo caduto nella rete. Una volta
che ti ha puntato, la Gattamorta inizia col lanciarti occhiatine da lontano.
Ogni volta che incrocia il tuo sguardo reclina il capo con fare verginale.
Casualmente, si fa trovare più volte sul tuo percorso, ancheggiando e lasciando
una scia di profumo. Non appena ti fai coraggio e le rivolgi la parola, ti si
avvolge attorno come un boa: non te la scrollerai più di dosso per tutta la
vita.

Disinnesco. Quando ti passa davanti, fermala con gentilezza e
sussurrale: “Volevo avvisarti che hai l’orlo scucito”. Poi gira sui tacchi e
alllontanati. Se ti capita di incrociare ancora i suoi sguardi (a quel punto
stizziti), alza il calice verso di lei, goliardico. Non ti disturberà più: non
sei “azzerbinabile”, non fai al caso. In poche parole, sei salvo.

2 Quel che dici è Vangelo.

Se non lo capisci al volo che ti sta adulando... Eppure il più delle volte
funziona, perché una brava Gattamorta si fa specchio del tuo ego e ti cattura
nel tuo disperato bisogno di conferme. Che parli dei tuoi gusti a tavola o dei
bulloni che hai appena piazzato al cliente vietnamita, trova irresistibile tutto
quel che dici. Ti ascolta incantata, accompagnando la conversazione con molti
“ooohhh”, “ma daiii”, “anch’ioooo”...Disinnesco. Parlando della Ferrari, dì che
ti fa impazzire. Ovviamente, piacerà molto anche a lei. Dopo mezz’ora, dì che la
Ferrari fa schifo e che la Porche è molto meglio. Concorderà. A quel punto falle
notare la contraddizione. Nel momento in cui comincia a ingarbugliarsi, tu
mettiti a ridere. Si sentirà smascherata e passerai immediatamente dalla parte
degli “stronzi”. L’hai scampata anche qua e hai ragione di ridere
contento.

3 Sei tu il più bello del reame.

Facendo leva sul tuo virile spirito di competizione, ricorre a tecniche di
marketing comparativo. Mette l’accento sui difetti degli altri maschi,
denigrandoli colpo su colpo. Deve farti sentire più figo di Valentino Rossi, che
siccome ha evaso le tasse è un disonesto, o di Raoul Bova, che è
truzzo.Disinnesco. Fingiti gay. Non appena prova ad attaccare il vicino di
tavola per il colore della cravatta, tu dì che sotto quella cravatta c’è un bel
maschio. Quando si indigna per le tasse di Valentino, tu afferma che per una
sera con lui faresti qualsiasi cosa. E se prova a distruggere anche Bova, sgrana
gli occhi e sbotta: “Ma sei scemaaaa?”. Il giorno dopo racconterà a tutti che
sei gay e sei salvo.

4 Le tue amiche sono sue amiche.

Il controllo della concorrenza rientra nelle sue principali attività e
siccome tra le tue amiche si può celare una insidia, la tecnica adottata è
quella di farsele amiche. Su Facebook studia ogni tua mossa, ma si guarda bene
dal partecipare alle tue conversazioni, se non per brevi battute che in realtà
significano: “Sei sotto controllo”. Notata l’amica con cui parli di più, alla
prima occasione butterà lì: “Simpatica quella tipa” e ti metterà in condizione
di dovergliela presentare.

Ben presto diventerà amica carissima di ogni tua conoscente, ancora più
amica di te. Cosicché se per caso ti “comporterai male”, le avrai addosso tutte
perché, brutto e cattivo, la stai facendo soffrire. Disinnesco. Circondati di un
esercito di amiche intelligenti. Parlando del tuo ultimo incontro con Elvira,
riferisci della vostra disquisizione sul cinema russo o sulle inquadrature fisse
di Ozu; su Facebook, parla di politica e di biografie illustri. La Gattamorta
non è intelligente (è furba, ma è diverso) e non essendo in grado di farsi
amiche donne di tale spessore, si sentirà spiazzata. Più amiche hai, meglio è.
Tienile care: sono un cordone sanitario anti-gattamorta molto efficace.

5
L’intramontabile arte di farla fruttare.

Tease & denial è la sua arma del potere: te la fa annusare, te la darà,
ma meno di quanto ti aspetti. E per poco. Alle prime uscite al massimo un bacio,
ti deve studiare: dove la porti a cena, che macchina hai, se sai porgere il
cappotto e cosucce così. Passato l’esame, comincerà a vestirsi da zoccola doc,
al punto che tu sentirai scottare la sedia e quando, ormai arrapato come un
lupo, tenterai di baciarla, questa volta si lascerà baciare. Ma solo un bacetto
che è tardi. E scenderà dall’auto mostrando sbadatamente la coscia per farti
pregustare le delizie che ti spettano se ti comporterai bene. In una seconda
fase diventa esplicita. Ti piace quella posizione? Si mette sempre in quella
posizione. Come per tutte le altre cose, una volta capiti i tuoi gusti vi si
adegua. A quel punto tu penserai di aver trovato la cuccagna. Sbagliato!
L’idillio erotico dura un mesetto, giusto il tempo di sentirsi fidanzata.
Dopodiché avrà spesso mal di testa e non si concederà più, se non a prezzo di
corteggiamenti estenuanti e regali costosi. Disinnesco. Osserva bene come fa
l’amore, se è capace di perseguire il proprio piacere o se fa sempre quello che
vuoi tu. Anche in questo caso, spiazzala: fruste, legacci, baciala dolce e poi
tirale i capelli, dì le parolacce. Una vera donna sa fare sesso in molti modi, o
perlomeno sperimenta con te. Una Gattamorta no, lei è tutta un cliché. Tu
buttale per aria gli schemi, divertiti pure e poi… butta via lei, che è
meglio.

6 La piccola fiammiferaia.
Non le viene neanche in mente di portare la mano al portafoglio. Fa niente
se ha la borsa di Gucci al braccio, lei è povera e bisognosa e il momento del
conto non la riguarda: paghi tu. La devi sempre andare a prendere sotto casa e
ce la devi riportare.

Per Natale ti regala un CD, perché è il pensiero che conta, a fronte di un
costosissimo gioiello che si sarà premurata di segnalarti la settimana prima,
passando “per caso” con te davanti a quella vetrina.Disinnesco. Questa è facile:
fingiti povero. Ti lascerà perdere immediatamente.7 La borsa della spesa, questa
sconosciuta.Non avendo carattere né spina dorsale, a portar pesi la poverina non
ce la fa. La spesa tocca a te. Quelle rare volte che si degna di passare dal
negozio sotto casa, per punizione mangerai solo salumi in busta e gallette di
mais. Se non funziona l’ascensore, inscena uno svenimento: portare in giro il
suo stesso fondoschiena è un peso insostenibile per lei.Disinnesco. Rifiutati
categoricamente e fin dalla prima volta (se cedi all’inizio, sei finito) di fare
la spesa. Abbi sempre da fare, pur di arrivare a casa tardi la sera. Dopo due
spese fatte da sola capirà che non sei l’uomo per lei. E mentre te ne vai da
quella casa, cacciale in mano un pacco e fatti aiutare a portar giù le tue cose:
si sa mai che ci ripensi e ti richiami indietro!

8 La depressione
funzionale.

Essendo Gatta (morta) miagola, e il suo miagolìo è in genere un lamento: la
durezza della vita, il suo ex che le ha ucciso il cuore, le ingiurie alle
elementari… Esser tristi, si sa, attiva l’istinto di protezione nel maschio.
Tutte noi abbiamo il mestruo, ma lei ce l’ha più doloroso delle altre. Già
cinque giorni prima è giù di morale, piange, ha freddo, non ha fame, non ha
voglia. Non dice “sono stanca” ed è morta lì, ma “sono depressa”. E ti guarda
come se fossi tu la causa di tanto dolore, o perlomeno come una merdaccia perché
lei soffre e tu non la capisci. Ti devi sentire un mostro di insensibilità,
sempre.Disinnesco. Quando attacca la lagna, proponile un viaggio improvviso in
Polinesia e aggiungi: “Che dici, andiamo a prenotare?”. Come d’incanto, si
sentirà meglio. Portala in agenzia e sul più bello dì che siete lì per prenderle
un biglietto per Torino, che se ne torni da sua madre, che di tutto questo umore
mestruale non ne puoi più.

9 “Se mi lasci mi uccido”

La vita dell’uomo che cerca di liberarsi di una Gattamorta diventa
durissima. Il senso di colpa è il suo pezzo da novanta e lo sa usare in modo
sublime. Ha sempre barbiturici nel comodino e in borsetta. Non vuole che usi il
rasoio elettrico, solo lamette, che tiene in bella vista sulla mensola del
bagno. E poi la frase fatidica, la scena madre per eccellenza: “Se mi lasci, mi
uccido!”.Disinnesco. Nel momento esatto in cui pronuncia la ferale minaccia di
suicidio, tu vai in bagno a prendere le lamette e porgigliele.


Incurante degli strilli che seguiranno, esci coi tuoi amici. Stai
tranquillo, non si ucciderà. La troverai con il muso, ma la cura darà i suoi
frutti: visto che non stai al ricatto, si vedrà costretta a lasciarti, perché
“sei un cinico e un vile”. Ma cavolo, sei salvo!

LA DECIMA STRATEGIA

Una decima strategia per disinnescare la Gattamorta non c’è. A meno che non
si voglia considerare tattica di anti-gattamortismo il valutare una persona
dalla sua generosità, dalla sua prontezza a un sorriso autentico, dalla sua
gaiezza nel volerti rendere gaio e dalla sincera compartecipazione nei momenti
pesanti. In realtà non è difficile riconoscere una Gattamorta, ma per esserne
liberi bisogna meritarsi una donna. E questa sì che è tutta un’altra storia,
perché le donne-gattamorte in genere fanno coppia con gli uomini-topo. Ma di
loro parleremo un'altra volta.
(Pubblicato il 14 gennaio 2009)

Ma quanto costa sposarsi!

どこの国でも似たようなことを考えているんだな。msn.itの記事のタイトルを見てそう思った。タイトルは「結婚するのにいくらかかる」みたいな感じ。まだ数行しか読んでいないけど、メモとしてリンクと本文を貼り付けておく。

http://events.it.msn.com/money/articolo.aspx?cp-documentid=13732657



Ma quanto costa sposarsi!

Un fiume di soldi per il giorno più bello
Una cosa è certa: gli italiani quando si devono sposare fanno le cose in grande, al punto tale da alimentare una vera e propria industria con un fatturato da primato. A conti fatti gli operatori del settore parlano di un giro d'affari che viaggia allegramente tra i 5 e i 6,7 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere i recenti dati sul fatturato dei viaggi di nozze. Si tratta di altri 5 miliardi di euro ogni anno che non sembrano diminuire, anzi, gli esperti vedono la voce matrimonio come una boccata d'ossigeno per il turismo.

Matrimoni in calo…Il bello è che intanto il numero dei matrimoni tende a calare, secondo le stime Istat, il numero delle unioni celebrate nel 2007 sarebbe pari ad appena 242mila, mentre nel 2001 la cifra toccava quota 270mila. Ma gli operatori del settore non sono preoccupati, perché in compenso i promessi sposi sono pronti a spendere sempre di più pur di infilare l'anello al dito con una cerimonia con i fiocchi. Un matrimonio per così dire 'normale', secondo i dati di Federconsumatori, costa in media non meno di 27mila euro, contro i 19.500 circa di sette anni fa: a conti fatti il 40% in più rispetto al 2001. Chi non si accontenta e punta a uno sposalizio da delirio arriva a spendere cifre che superano i 50mila euro.
…ma costi in aumento!
Anche se sulle stime non c’è una uniformità, va ricordato ancora che Eurispes, l’anno scorso, mostravano come la spesa per un matrimonio viaggia mediamente dai 10 mila ai 20 mila euro, ma davanti al 27% delle coppie che spende meno di 10 mila euro c’è un altro 16,7% che arriva a spenderne in scioltezza più di 30 mila. E spesso l’aumento della spesa non è solo legata a una visione faraonica del proprio matrimonio ma anche perché, come per qualsiasi altra cosa nel nostro paese, sono arrivati aumenti da capogiro.

La torta… lievitaUn esempio? Lo tira fuori ancora Federconsumatori: per festeggiare intorno alla tavola con parenti, amici e conoscenti bisogna sborsare circa 10mila euro. In questo caso l’incremento è stato del 33% rispetto al 2001, quando in media lo stesso identico pranzo costava 7.500 euro. Una vera stangata è la torta nuziale – spiega l’associazione-, quella con i tradizionali sposini in plastica posti in cima ai diversi piani di dolce. Il costo era di 200 euro nel 2001: ora va da un minimo di 300 ad un massimo di 600 euro.





Prove pratiche di matrimonio
Perché per pronunciare le tre parole fatidiche: “Sì, lo voglio” si possono spendere migliaia di euro.
Come detto si parte da 10mila euro e ci si avvicina ai 20/25mila per un rito di livello medio, raggiungendo e superando i 50 mila euro per una cerimonia in grande stile. Tutto naturalmente dipende dalle scelte degli sposi. Particolari che faranno oscillare non poco la spesa finale.

Facciamo quindi i conti in tasca a Maria e Giovanni, due giovani trentenni che si apprestano a convolare a nozze, preventivando un matrimonio standard comprensivo di fiori, vestiti, ristorante, location, bomboniere, fotografo, partecipazioni e viaggio di nozze.
Partecipazioni e...
Per poter pronunciare la fatidica frase bisogna aver comprato e spedito le partecipazioni e gli inviti, sborsando dai 200 ai 350 euro, a cui si devono aggiungere circa 150 euro peri i biglietti di ringraziamento. Inoltre bisogna prenotare una chiesa o una sala nel caso si volesse optare per il rito civile. Entrambe le scelte, comunque, portano a una spesa che va dai 300 euro ai 3mila euro per coprire i costi amministrativi, le offerte, i fiori e la musica che farà da colonna sonora alla cerimonia.
In particolare solo per l’addobbo a casa, quello della chiesa, il bouquet e il fiore all’occhiello dello sposo, dei suoceri e dei testimoni, il fioraio chiederà tra 1.150 euro e 2.850 euro.

L'abito di lei
Ma niente paura, siamo solo all’inizio. Dobbiamo ancora scegliere gli abiti. Il vestito da sposa è, infatti, un tassello fondamentale del matrimonio. È quello che fa sentire la donna protagonista di quel favoloso evento, regina per un giorno. La scelta è quindi uno dei primi pensieri, anche perché il costo varia tra 2.800 e 7.500 euro. E il discorso cambia a seconda che la cerimonia sia civile o religiosa con ritocchi all’insù o all’ingiù in base alla foggia, alle applicazioni, alla sartoria o alla griffe. Da aggiungere, inoltre, 100-200 euro per le scarpe, dai 100 ai 400 euro per l’acconciatura e dai 100 ai 300 per il trucco.


Il conto si allunga sempre più
L'abito di luiI conti non finiscono certo qui. Anche se decisamente più abbordabile, bisogna anche pensare all’abito dello sposo: il costo del classico grigio scuro è più contenuto: tra 800 e 2.000 euro. Con le scarpe, però, si torna ai livelli della futura consorte: tra 120 e 250 euro.

Le fedi e le bomboniere
Poi ci sono le fedi (tra 400 e 1.000 euro), il noleggio dell’auto (tra 700 e 1.200 euro) e le bomboniere, la cui spesa è difficilmente quantificabile - varia tra i 1.000 ai 2.000 euro - perché dipende essenzialmente dal gusto personale e dalla scelta se affidarsi o no al “fai da te”. Gli sposi più sensibili alle problematiche sociali da qualche tempo hanno scelto invece di offrire in dono i soldi altrimenti spesi per le bomboniere.

Il fotografo
E siamo a metà dell’opera. Dobbiamo, infatti, parlare di colui che renderà per sempre, con i suoi scatti, questo giorno memorabile: il fotografo. Tra video, foto e album si possono spendere tra 3.200 euro e 4.000 euro. E se i futuri sposi vogliono anche essere presenti in un sito Internet, con cronaca completa del matrimonio, devono sborsare altri 500-1000 euro.

Il pranzoIl banchetto è un altro tasto dolente: è molto difficile far coincidere budget e location da sogno. Se ci si orienta sul classico, un ristorante tipo propone menù che variano dai 40 ai 150 euro a persona, compresa la torta nuziale. Ma per arricchire il ricevimento con della musica dal vivo costa circa 600 euro in più, compresi i diritti alla Siae.

Il viaggio di nozzeInfine, il più dolce e romantico epilogo: la luna di miele. Anche se a ben vedere, non ha poi nulla di sdolcinato. I costi sono sì variabili da rendere improbabile la determinazione della spesa media, ma non è sbagliato mettere in preventivo un conto salato: 6/10 mila euro. Da non sottovalutare comunque le locations turistiche del Mediterraneo,che prevedono prezzi inferiori ai 2.000 euro.

Non resta quindi che farsi coraggio, annotare tutte le voci di uscita e le modalità di pagamento per non perdere di vista l’obiettivo finale: coronare il sogno di una vita.



Perché non lo facciamo low cost?
Ora, davanti a queste cifre non mancheranno le coppie che ricorderanno come il loro matrimonio sia stato meno costoso rispetto ai numeri faraonici italiani. Del resto le scappatoie per risparmiare – e parecchio – non mancano. Allora ecco qualche consiglio che per molti non suonerà neanche come nuovo.

Inviti e bomboniereGli inviti e le partecipazioni, invece di spendere soldi in tipografia o affidandosi a qualche agenzia, è sufficiente farseli da soli, spendendo una cifra irrisoria, smanettando un po’ sul computer e la grafica, qualche forbice adatta allo scopo, magari una carta particolare su cui stampare e il gioco è fatto. A esagerare se ne viene fuori con una sessantina di euro, francobolli compresi. Stesso discorso per le bomboniere, ci sono decine di siti che vi spiegano come farne di semplici ma molto carine, anche in questo caso i prezzi crollano tra i 300 e i 400 euro.

Le fedi e il fioraio
Degli anelli nuziali semplici, anche su Internet meglio confrontare un po’ i prezzi e si scende senza problemi sotto i 200 euro solo per il fatto di non avere avuto manie di grandezza e tanta fretta. Se vi sposate in chiesa, vedete se qualcun altro si sposa prima o dopo di voi lo stesso giorno. Se sono persone disponibili potete proporre loro di dividere le spese floreali e tenere l’addobbo per tutta la giornata (perché sprecare tutti quei fiori nel giro di un’ora?). Anche in questo caso il risparmio è enorme, potete scendere anche sotto i 100 euro se decidete di prendere in affitto – sempre insieme agli altri sposi - delle belle piante.

L'abito
Per quanto riguarda l’abito da sposa le cose stanno cambiando molto in fretta. Per prezzi tra i 200 e i 400 euro, potete trovare abiti da sposa su siti di aste online. O ancora, se digitate sui motori di ricerca di Internet parole come “mercatino”, “abiti” e “sposa”, si trovano dei negozi “veri” che vendono abiti usati di prima qualità, con marchi come Spose di Giò fino a Moschino per prezzi che partono dai 240 euro. E per poche decine di euro i mercatini vi offrono anche un servizio di sartoria per adattarvi il vestito.

Il pranzo
Infine un altro paio di consigli. Il pranzo è una delle voci più pesanti sul bilancio finale, piuttosto che andare in crisi con 100 invitati meglio averne una trentina ma stare tranquilli. Gli esclusi, se vi vogliono bene, capiranno. E poi ci sono delle osterie di alta qualità, legate a catene certificate, che vi possono offrire fior di menù a meno di 40 euro per ospite. L’automobile della cerimonia, cercatene una tra gli amici (c’è sempre un appassionato che ha qualche mezzo originale), mentre per le foto fatevi aiutare dagli invitati, tra macchine digitali e quelle usa e getta i costi sono irrisori, ma tra centinaia e centinaia di foto ci sarà quella cinquantina di scatti che vi piaceranno.

8連勤とアルファルファ

もういい加減にこの暑さに疲れてきたなあ。雨が降る前よりだいぶマシになったと思うけど、それでもこの季節はもっとこう、スーッと風が吹いてほしい。もう体力がもたない。今週は土日勤務で、9月第1週は長い。8連勤。毎年のことだ。きょうは7日目。 なるべく元気に過ごしたいけどまだ身体は夏休み...