Wednesday 11 February 2009

Guerra alla gattamorta

un articolo da seidimoda

http://seidimoda.repubblica.it/dettaglio/guerra-alla-gattamorta/55762?type=ModaArticolo&sub=erosandpsiche

Uomo avvisato...
Guerra alla gattamorta

di Katia Salvaderi


È furba, determinata e ha come unico scopo quello di “catturare” un
maschio che le permetta di fare una vita da sogno. Carla Bruni è un esempio
eccellente di questa tipologia di donna. Ma se voi maschietti non vi
identificate nel modello Sarkozy eccovi le 10 strategie per disinnescarla. E
salvarvi la vita
Donne che combattono per ritagliarsi una identità decorosa
e donne che investono sul loro potere seduttivo, perseguendo come unica ragione
di vita la cattura del maschio. Un gap tra generi femminili che pare
incolmabile: donne vere contro gattemorte. Da un lato del ring si trovano tipe
come Alba Parietti, che qualche giorno fa ribatteva al cafone di turno: “io sarò
puttana, e mi diverto, tu invece non trombi da trent’anni”. Una che parla con
enfasi e ride sguaiatamente, pazienza se non fa bon ton; che ha il coraggio di
dire – prima in Italia – che si è rifatta tutta; che ha sempre raccontato il
dolore delle sue storie d’amore andate male, senza per questo trasformarle in
business malcelato di vittimismo. Ma siccome sappiamo che anche la Alba
nazionale non è del tutto esente da gattamortismo (un paio di relazioni “giuste”
le ha centrate pure lei...), ci tocca guardare ad altri esempi, ahinoi, non
italiani: Madonna, Penelope Cruz, Sharon Stone, donne bellissime che, senza
diventare virago isteriche, hanno saputo costruirsi da sole (o quasi) la propria
fortuna.Sull’altro lato del ring, troviamo la gattamorta per eccellenza: no, non
parliamo di Marina La Rosa "storica" gattamorta del Grande Fratello 1, ma di
Carla Bruni. Che, pur priva di qualsivoglia talento - carina, ma c’è di meglio;
afona, ma cantante; inespressiva, ma attrice – è salita sempre più in alto di
maschio in maschio, adeguando se stessa, il proprio stile e il proprio lavoro al
compagno di turno. Guadagnandoci - prima in lire, poi in franchi e infine in
euro - enormemente. Bene, ora che grazie alle nostre testimonial eccellenti
abbiamo identificato il genere veniamo alle questioni pratiche: come si
riconosce una gattamorta? E come si fa a disinnescarla? La gattamorta è una
mantide religiosa: si muove piano, parla sottovoce e sta a tavola con stile, ma
una volta che ha messo le sgrinfie addosso a un uomo, è rovinato. E va a finire
che i maschi si arroccano su posizioni sempre più difensive. Ma il gattamortismo
fa male anche a noi donne, che ci troviamo rappresentate in una versione
sminuente. Quindi nel desiderio di sconfiggerla è indispensabile l'alleanza tra
uomini e donne. Per questo proponiamo a te uomo cje ci leggi e potenziale
vittima, le dieci strategie sicure per disinnescare la bomba gattamorta e le
semplici mosse per non cascarci più.

1 La preda sei tu.

Non pensare di averla conquistata: sei solo caduto nella rete. Una volta
che ti ha puntato, la Gattamorta inizia col lanciarti occhiatine da lontano.
Ogni volta che incrocia il tuo sguardo reclina il capo con fare verginale.
Casualmente, si fa trovare più volte sul tuo percorso, ancheggiando e lasciando
una scia di profumo. Non appena ti fai coraggio e le rivolgi la parola, ti si
avvolge attorno come un boa: non te la scrollerai più di dosso per tutta la
vita.

Disinnesco. Quando ti passa davanti, fermala con gentilezza e
sussurrale: “Volevo avvisarti che hai l’orlo scucito”. Poi gira sui tacchi e
alllontanati. Se ti capita di incrociare ancora i suoi sguardi (a quel punto
stizziti), alza il calice verso di lei, goliardico. Non ti disturberà più: non
sei “azzerbinabile”, non fai al caso. In poche parole, sei salvo.

2 Quel che dici è Vangelo.

Se non lo capisci al volo che ti sta adulando... Eppure il più delle volte
funziona, perché una brava Gattamorta si fa specchio del tuo ego e ti cattura
nel tuo disperato bisogno di conferme. Che parli dei tuoi gusti a tavola o dei
bulloni che hai appena piazzato al cliente vietnamita, trova irresistibile tutto
quel che dici. Ti ascolta incantata, accompagnando la conversazione con molti
“ooohhh”, “ma daiii”, “anch’ioooo”...Disinnesco. Parlando della Ferrari, dì che
ti fa impazzire. Ovviamente, piacerà molto anche a lei. Dopo mezz’ora, dì che la
Ferrari fa schifo e che la Porche è molto meglio. Concorderà. A quel punto falle
notare la contraddizione. Nel momento in cui comincia a ingarbugliarsi, tu
mettiti a ridere. Si sentirà smascherata e passerai immediatamente dalla parte
degli “stronzi”. L’hai scampata anche qua e hai ragione di ridere
contento.

3 Sei tu il più bello del reame.

Facendo leva sul tuo virile spirito di competizione, ricorre a tecniche di
marketing comparativo. Mette l’accento sui difetti degli altri maschi,
denigrandoli colpo su colpo. Deve farti sentire più figo di Valentino Rossi, che
siccome ha evaso le tasse è un disonesto, o di Raoul Bova, che è
truzzo.Disinnesco. Fingiti gay. Non appena prova ad attaccare il vicino di
tavola per il colore della cravatta, tu dì che sotto quella cravatta c’è un bel
maschio. Quando si indigna per le tasse di Valentino, tu afferma che per una
sera con lui faresti qualsiasi cosa. E se prova a distruggere anche Bova, sgrana
gli occhi e sbotta: “Ma sei scemaaaa?”. Il giorno dopo racconterà a tutti che
sei gay e sei salvo.

4 Le tue amiche sono sue amiche.

Il controllo della concorrenza rientra nelle sue principali attività e
siccome tra le tue amiche si può celare una insidia, la tecnica adottata è
quella di farsele amiche. Su Facebook studia ogni tua mossa, ma si guarda bene
dal partecipare alle tue conversazioni, se non per brevi battute che in realtà
significano: “Sei sotto controllo”. Notata l’amica con cui parli di più, alla
prima occasione butterà lì: “Simpatica quella tipa” e ti metterà in condizione
di dovergliela presentare.

Ben presto diventerà amica carissima di ogni tua conoscente, ancora più
amica di te. Cosicché se per caso ti “comporterai male”, le avrai addosso tutte
perché, brutto e cattivo, la stai facendo soffrire. Disinnesco. Circondati di un
esercito di amiche intelligenti. Parlando del tuo ultimo incontro con Elvira,
riferisci della vostra disquisizione sul cinema russo o sulle inquadrature fisse
di Ozu; su Facebook, parla di politica e di biografie illustri. La Gattamorta
non è intelligente (è furba, ma è diverso) e non essendo in grado di farsi
amiche donne di tale spessore, si sentirà spiazzata. Più amiche hai, meglio è.
Tienile care: sono un cordone sanitario anti-gattamorta molto efficace.

5
L’intramontabile arte di farla fruttare.

Tease & denial è la sua arma del potere: te la fa annusare, te la darà,
ma meno di quanto ti aspetti. E per poco. Alle prime uscite al massimo un bacio,
ti deve studiare: dove la porti a cena, che macchina hai, se sai porgere il
cappotto e cosucce così. Passato l’esame, comincerà a vestirsi da zoccola doc,
al punto che tu sentirai scottare la sedia e quando, ormai arrapato come un
lupo, tenterai di baciarla, questa volta si lascerà baciare. Ma solo un bacetto
che è tardi. E scenderà dall’auto mostrando sbadatamente la coscia per farti
pregustare le delizie che ti spettano se ti comporterai bene. In una seconda
fase diventa esplicita. Ti piace quella posizione? Si mette sempre in quella
posizione. Come per tutte le altre cose, una volta capiti i tuoi gusti vi si
adegua. A quel punto tu penserai di aver trovato la cuccagna. Sbagliato!
L’idillio erotico dura un mesetto, giusto il tempo di sentirsi fidanzata.
Dopodiché avrà spesso mal di testa e non si concederà più, se non a prezzo di
corteggiamenti estenuanti e regali costosi. Disinnesco. Osserva bene come fa
l’amore, se è capace di perseguire il proprio piacere o se fa sempre quello che
vuoi tu. Anche in questo caso, spiazzala: fruste, legacci, baciala dolce e poi
tirale i capelli, dì le parolacce. Una vera donna sa fare sesso in molti modi, o
perlomeno sperimenta con te. Una Gattamorta no, lei è tutta un cliché. Tu
buttale per aria gli schemi, divertiti pure e poi… butta via lei, che è
meglio.

6 La piccola fiammiferaia.
Non le viene neanche in mente di portare la mano al portafoglio. Fa niente
se ha la borsa di Gucci al braccio, lei è povera e bisognosa e il momento del
conto non la riguarda: paghi tu. La devi sempre andare a prendere sotto casa e
ce la devi riportare.

Per Natale ti regala un CD, perché è il pensiero che conta, a fronte di un
costosissimo gioiello che si sarà premurata di segnalarti la settimana prima,
passando “per caso” con te davanti a quella vetrina.Disinnesco. Questa è facile:
fingiti povero. Ti lascerà perdere immediatamente.7 La borsa della spesa, questa
sconosciuta.Non avendo carattere né spina dorsale, a portar pesi la poverina non
ce la fa. La spesa tocca a te. Quelle rare volte che si degna di passare dal
negozio sotto casa, per punizione mangerai solo salumi in busta e gallette di
mais. Se non funziona l’ascensore, inscena uno svenimento: portare in giro il
suo stesso fondoschiena è un peso insostenibile per lei.Disinnesco. Rifiutati
categoricamente e fin dalla prima volta (se cedi all’inizio, sei finito) di fare
la spesa. Abbi sempre da fare, pur di arrivare a casa tardi la sera. Dopo due
spese fatte da sola capirà che non sei l’uomo per lei. E mentre te ne vai da
quella casa, cacciale in mano un pacco e fatti aiutare a portar giù le tue cose:
si sa mai che ci ripensi e ti richiami indietro!

8 La depressione
funzionale.

Essendo Gatta (morta) miagola, e il suo miagolìo è in genere un lamento: la
durezza della vita, il suo ex che le ha ucciso il cuore, le ingiurie alle
elementari… Esser tristi, si sa, attiva l’istinto di protezione nel maschio.
Tutte noi abbiamo il mestruo, ma lei ce l’ha più doloroso delle altre. Già
cinque giorni prima è giù di morale, piange, ha freddo, non ha fame, non ha
voglia. Non dice “sono stanca” ed è morta lì, ma “sono depressa”. E ti guarda
come se fossi tu la causa di tanto dolore, o perlomeno come una merdaccia perché
lei soffre e tu non la capisci. Ti devi sentire un mostro di insensibilità,
sempre.Disinnesco. Quando attacca la lagna, proponile un viaggio improvviso in
Polinesia e aggiungi: “Che dici, andiamo a prenotare?”. Come d’incanto, si
sentirà meglio. Portala in agenzia e sul più bello dì che siete lì per prenderle
un biglietto per Torino, che se ne torni da sua madre, che di tutto questo umore
mestruale non ne puoi più.

9 “Se mi lasci mi uccido”

La vita dell’uomo che cerca di liberarsi di una Gattamorta diventa
durissima. Il senso di colpa è il suo pezzo da novanta e lo sa usare in modo
sublime. Ha sempre barbiturici nel comodino e in borsetta. Non vuole che usi il
rasoio elettrico, solo lamette, che tiene in bella vista sulla mensola del
bagno. E poi la frase fatidica, la scena madre per eccellenza: “Se mi lasci, mi
uccido!”.Disinnesco. Nel momento esatto in cui pronuncia la ferale minaccia di
suicidio, tu vai in bagno a prendere le lamette e porgigliele.


Incurante degli strilli che seguiranno, esci coi tuoi amici. Stai
tranquillo, non si ucciderà. La troverai con il muso, ma la cura darà i suoi
frutti: visto che non stai al ricatto, si vedrà costretta a lasciarti, perché
“sei un cinico e un vile”. Ma cavolo, sei salvo!

LA DECIMA STRATEGIA

Una decima strategia per disinnescare la Gattamorta non c’è. A meno che non
si voglia considerare tattica di anti-gattamortismo il valutare una persona
dalla sua generosità, dalla sua prontezza a un sorriso autentico, dalla sua
gaiezza nel volerti rendere gaio e dalla sincera compartecipazione nei momenti
pesanti. In realtà non è difficile riconoscere una Gattamorta, ma per esserne
liberi bisogna meritarsi una donna. E questa sì che è tutta un’altra storia,
perché le donne-gattamorte in genere fanno coppia con gli uomini-topo. Ma di
loro parleremo un'altra volta.
(Pubblicato il 14 gennaio 2009)

ありがとうとカルボナーラ

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